Si parla tanto di maestri. Ma chi è un maestro?
Forse il maestro è innanzi tutto colui che sa essere maestro a se stesso. Per questo non esiste il vero maestro, perché tutti nell’imparare percorriamo dei passi che spesso sembrano “falsi”.
C’è chi afferma che il “falso maestro” usa la relazione con gli altri per nutrire il suo ego. Ma chi non lo fa? E soprattutto, che cos’è l’ego?
Molti si illudono di poter vivere senza dover acquietare il proprio ego. Ma anche questa è un’illusione nell’illusione. L’ego è un abito con cui tutti ci mostriamo a noi stessi ancor prima che al mondo. Un abito più o meno gradevole con cui proteggiamo un sé e un io.
Il sé, inteso come unità complessiva della personalità che abbraccia conscio e inconscio e l’io, come centro strutturato della mente cosciente, il bagaglio cognitivo di cui siamo consapevoli, hanno da essere protetti in qualche modo con un abito comportamentale ed emozionale.
Chi di noi accetta il proprio ego, anzi ancor prima, chi lo riconosce?
Stiamo parlando di qualcosa che ha a che vedere con le reazioni umane, che possono essere meccanismi difensivi o meccanismi protettivi.
Se so scegliere quelli protettivi anziché quelli difensivi, come manifestazione di un ego sintonico e non distonico, già sono avanti nell’essere soprattutto maestra di me stessa. Ma non sempre.
E citiamo un esempio. Immaginate un’insegnante che insegna da una tanti anni e che fin dall’inizio ha sempre preferito proteggersi anteriormente, anziché difendersi posteriormente, mostrando ai suoi allievi le sue debolezze, i suoi limiti, ma anche le sue evoluzione e i suoi traguardi.
Potremmo dire che è un’insegnante umile, onesta, sincera. Ci sta. Ma potremmo dire anche che è un’insegnante che sta già avendo paura che prima o poi i suoi allievi scopriranno parti di lei che potrebbero non piacere, e quindi anche questa insegnante sta giocando un gioco di potere fasullo.
Oppure immaginiamo un’insegnante che mostra solo i suoi successi, raccontandoli, tenendo però privata la sua vita per paura che vengano alla luce le “imperfezioni” della sua esistenza.
Immaginiamo anche un’insegnante che è molto accondiscendente con gli allievi, lasciandoli liberi di fare la loro strada con i propri tempi senza s-forzarli, lasciandoli forse bloccati più tempo necessario di quanto rimarrebbero, se questa insegnante avesse il coraggio di spronarli con amore ma con determinazione. O comunque con l’amore con cui l’insegnante è capace di amare.
Quale delle tre insegnanti vi piace di più? Qual è la più adatta al caso vostro? Forse nessuna delle tre. Forse avete un altro ideale di insegnante perfetta per voi.
Un maestro è colui o colei che sa darvi, nel modo che conosce, quella chiave che serve a voi per aprire il vostro cuore e questa chiave ve la può dare solo quell’insegnante ha già sperimentato questa apertura del cuore, con o senza meccanismi difensivi.
Perché l’ego lo curi e lo ami, se il cuore sa riconoscere le proprie ferite senza accusare l’ego di essere un ego ferito. Le ferite appartengono a tutto il tuo sé, a tutto il tuo io, a tutto il tuo ego.
E, senti questa, forse queste ferite non sono neanche solo “tue”, ma nascoste nel tuo dna, in eredità chissà da quanti secoli, chissà da chi. Per cui, ego su ego, vedi che cosa accadrà se uno dei tuoi più grandi maestri è proprio il tuo di Ego.
Nicoletta Ferroni,
www.nicolettaferroni.it