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E se avessi preso io il posto di un antenato defunto?

“CI SONO IO AL POSTO SUO!”
Molto spesso inconsciamente prendiamo il posto di un genitore, nonno, zia, zio, defunto, anche di un antenato ignoto, nell’illusione di alleviare il dolore della perdita a noi stessi, in primis, e ad altri famigliari e/o discendenti, in secundis. Che sia una perdita recente o antica, sepolta nel nostro dna.
Questa nostra presa di posizione energetica assomiglia a una promessa per sentirci uniti al nido da cui proveniamo. Eppure ci allontana dalla Vita, fungendo da attaccamento a colui/colei che ha scelto di andarsene fisicamente dal pianeta Terra.
Il Tutto genera rabbia, risentimento, in chi si mette al posto di un morto. E non determina nessuna risoluzione al lutto negato.
Alcuni confondono per Amore questo tentativo intelligente di sostituirsi a chi non c’è più. Ma è tutt’altro che Amore!
Quante volte avrai sentito qualcuno dire: “Tu, mamma, Tu, papà, vivi in me. Sei ovunque io sia!” rivolgendosi al genitore defunto.
Ottima soluzione sarebbe questa se, però non ne facessimo, una dipendenza. Se veramente fossimo in grado di sentire l’Amore per e di un genitore defunto, senza pretendere che stia sempre accanto a noi!
Ma soprattutto senza portare in scena noi quell’assenza che ci porta ben lontano da chi siamo nella nostra essenza.
Potremmo esser nati con un programma al livello dell’anima per cui prendere le “vesti” energetiche di un defunto potrebbe aiutarci a contattare profondamente la nostra essenza. E sarebbe super funzionale, se però siamo in grado di accorgercene, senza inscenare tutta la vita il ruolo di un defunto, pur di non sentirci abbandonati con la sua morte o pur di non far sentire qualcun altro disperato o solo.
Cosa fare in questi casi?
Prima di tutto va individuata:
1. la morte di chi stiamo negando
2. da quando la stiamo negando
3. come stiamo sostituendo il defunto
4. con chi lo stiamo sostituendo ovvero con quali altri famigliare e/o amici ci stiamo comportando come il defunt
5. quanto ci stiamo allontanando dalla nostra essenza
6. cosa ci impedisce di uscire da questo copione
7. che cosa stiamo evolvendo di noi stessi mettendoci al posto di un defunto
8. perché ci siamo presi questo onere
Naturalmente tutto in onde theta attraverso la visione, prospettiva, definizione del Creatore di Tutto ciò che E’
E la domanda finale da cui sentirci folgorati sarà:
“Se l’Amore potesse risponderti che cosa ti direbbe riguardo tutto questo tentativo oneroso di mantenere vivo quel tuo caro defunto?”
La risposta sanerà il tuo Cuore e ti renderà grata di tutto ciò che è stato, senza rimpianto e senza rammarico.
Senza sentirti in colpa per il dolore di cui ti sei fatta carico. Il dolore stesso ti farà sentire quanto ne hai portato di dolore. E l’Amore che sentirai in quella risposta pulirà via questo e tanto altro dolore.
Con fede nella fede!
Nicoletta Ferroni

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