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Autostima che cos’è?

Auto-Stima ovvero stima di sé. Certo, potremmo sintetizzarla così. Ma volendola comprendere con il cuore e non con la mente, questa parola che altro ci racconta?

Dopo anni e anni di espansione della coscienza Autostima è una parola assai usata ancora con un’accezione poco chiara. Quando una persona soffre per amore, o per altri motivi più o meno privati, si tende a dire che ha poca autostima. Poi in altre parole alcuni aggiungono che questo tipo di persona non si vuole bene. E ci sta anche questa osservazione.

Anzi, questa osservazione fa riflettere che autostima si riferisce a uno scarso amore di sé e per sé. Ed è  proprio qui che si apre il varco all’amore. Che significa che una persona non si vuole bene? Che non ha amore per sé?

Forse che non si dà attenzioni, non si cura, non si considera? Si trascura, si sottovaluta?

Ci sta anche questo. Ma basta? Oppure c’è altro da aggiungere? L’Amor proprio forse diventa la parola chiave per addentrarci nell’Amore per sé e conseguentemente nell’Autostima, entrambi con la A maiuscola.

Amarsi, ovvero amare se stessi e imprescindibilmente anche gli altri, in quanto Uno, (“Noi siamo gli altri. Gli Altri siamo noi”)  è uno stato dell’essere che non può essere simulato, ma solo “ALLENATO”  perché l’Amore è uno Stato di Coscienza. E nessuno può riconoscere l’autentico valore del Sé, ovvero della propria Anima connessa a tutte le sfaccettature del proprio Ego, se non si sintonizza con l’Amore dell’esistenza e per l’esistenza.

Amare l’esistenza in tutti i suoi piani significa aprirsi all’abbondanza della vita in tutte le sue dimensioni e manifestazioni.

Come si può quindi non amare se stessi e gli altri, nel reciproco ed eterno riflettersi, se sintonizzandoci con l’Amore,  scopriamo e sentiamo che Tutto è Uno, Uno è Tutto?

E come può una persona smettere di sentire Amor Proprio in questo stato dell’Essere in cui sintonizzarsi H24?

Quindi, concludendo AutoStima è quella disponibilità a credere, sentire, riconoscere, ricordare che in quanto cellule divine siamo portatori solo e unicamente di Amore, di quell’Amore che ha già risolto e dissolto qualsiasi tematica per cui ci sembra che stiamo soffrendo. “Ci sembra” perché la sofferenza spesso è uno stato dell’essere in cui vibriamo quando abbiamo deciso di avventurarci nel prossimo step evolutivo che ci viene donato dall’Amore. E chiunque si arrende all’Amore smette di soffrire. La sofferenza è cugina del dolore. Il dolore arriva attraverso un’esperienza apparentemente esterna. La sofferenza è il modo in cui abbracciamo il dolore. (Non a caso in molte lingue, come in italiano, esiste il verbo soffrire, oltre al sostantivo sofferenza, ma esiste solo il sostantivo dolore e come verbo ricorriamo a sentire/provare dolore.)

Poi chi si arrende apre il varco all’Amore dove Tutt’Uno fa la sua guarigione, ovvero quando TUTT’UNO ripristina lo stato di connessione con l’Amore. E trionfa solo Amore.

Come dire: soffro perché mi sono dimenticata di sintonizzarmi all’Amore, ma proprio soffrendo posso ricordarmelo che cosa significa RI-sintonizzarsi all’Amore.

E’ facile, difficile? E’ necessario soffrire? E’ indispensabile che il dolore entri nella nostra vita? No. Lo era secondo i vecchi paradigmi del secolo scorso. Ora nel Nuovo Millennio, sintonizzarsi e rimanere sintonizzati all’Amore è istantaneo e non prevede nessun tirocinio sofferto e neanche nessun attaccamento né a dolore né a sofferenza.

E quindi AutoStima diventa quella manifestazione in 3D di quanto l’Amore apre solo miracoli ovvero le meraviglie eterne dell’Essere! Ti piacerebbe RICORDARTELO sempre?

GrazieGrazieGrazie

Nicoletta Ferroni

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